A PALAZZO CHIGI IL PUNTO SULLA RICOSTRUZIONE

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Pubblicato in data 23 agosto 2017

“Se guardiamo alla eccezionalità di quello che è successo, credo che possiamo dire onestamente di avere messo in campo un sistema di risposte, di risorse finanziarie e di strumenti pubblici anch’essi eccezionali”. Così il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa che si è svolta lunedì 21 aprile a palazzo Chigi alla vigilia del primo anniversario del sisma del 24 agosto. Insieme a lui, il commissario straordinario per la ricostruzione,  Vasco Errani, il capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli e i presidenti delle Regioni Abruzzo, Luciano D’Alfonso, Lazio, Nicola Zingaretti,  Marche, Luca Ceriscioli e Umbria Catiuscia Marini.
“Oggi – ha sottolineato il Premier – il mio invito come Capo del Governo a tutte le Amministrazioni, dal Governo alle Regioni e ai Comuni, è a fare il massimo degli sforzi e di assunzione di responsabilità per accelerare le procedure. Abbiamo le risorse e un buon impianto” ha concluso Gentiloni – ora c’è il lavoro per superare ritardi e strozzature che si presentano e che noi vogliamo eliminare” e questo continuerà ad avvenire “in stretto contatto con l’Anac”.
“Sono stati adottati una serie di interventi e di misure – ha aggiunto il commissario Errani – a sostegno dell’economia dell’area del centro Italia colpita dai terremoti del 2016 e 2017 che valgono 1.360 milioni di euro”.
“Il lavoro e l’impresa – ha continuato Errani – sono una leva decisiva per contrastare quello che era il problema chiave di questi territori, già prima del sisma, ovvero lo spopolamento”.
“L’impianto della ricostruzione definito in questo anno – ha aggiunto – è nel complesso il più innovativo e completo” rispetto al passato: 35 ordinanze già pubblicate; stiamo realizzando 21 nuove scuole con 38 edifici di classe quarta che garantiscono sicurezza sismica e qualità energetica; 250 milioni in due anni per la messa in sicurezza di altre 87 scuole; 52 milioni per il recupero di case pubbliche; un primo intervento da 14,3 milioni per 69 chiese e un altro, successivo, per altre 111; 207 milioni per la ricostruzione di opere pubbliche; un Piano per i beni culturali da 170 milioni”.
“In Emilia i tempi sono stati più lunghi – ha concluso Errani – si può criticare il percorso, ma non bisogna cadere in semplicismi: quattro terremoti hanno ampliato di molto il territorio interessato dalla prima scossa e prodotto danni rilevanti. Solo l’attività di verifica è dovuta ripartire tre volte”.
“Le verifiche di agibilità degli edifici, aggravate dal ripetersi degli eventi sismici, in particolare dalla scossa del 30 ottobre – ha continuato il capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli – hanno riguardato sin qui circa 200 mila unità; ne restano da fare 14 mila. Il 44,1% degli edifici sono agibili, il 41,6% non agibili a vario titolo”. In particolare, sul fronte scuole, sono state fatte verifiche “su 2.642 edifici, il 34% dei quali è risultato inagibile”. “Ad oggi – ha proseguito Borrelli – la popolazione assistita ammonta a circa 7.500 unità distribuite tra container, alberghi e strutture comunali mentre circa 40 mila cittadini godono del contributo di autonoma sistemazione. Complessivamente fin qui sono stati spesi circa 200 milioni di euro”. E’ partito anche il piano straordinario di ripristino della viabilità varato dal Governo, “che prevede 251 interventi per complessivi 473 milioni di euro. Di questi interventi, il 39% è in fase di progettazione, il 16% in fase di approvazione dei progetti, il 18% in fase di appalto dei lavori. I lavori in corso sono il 13,1%, quelli ultimati l’1,6%.
“Nel Lazio – ha aggiunto il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, “siamo all’80% di macerie pubbliche rimosse e abbiamo avviato le gare per la rimozione delle macerie private. Adesso deve entrare nel vivo quella fase di ricostruzione che sarà impegnativa e difficile”. “La rimozione delle macerie, quelle di parte pubblica, è stata attuata con molta velocità – ha proseguito Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria – siamo al 65%: a L’Aquila, un anno dopo il sisma, ne erano state rimosse molto meno”. “Sono attualmente 5.300 le persone assistite in Abruzzo – ha ricordato il presidente D’Alfonso –  ci sono macerie pubbliche da rimuovere in quattro Comuni, per 40mila tonnellate. Tra queste molte pietre sono stipiti importanti, come per esempio a Campotosto, che devono essere censite e poi ricollocate. “Nelle Marche – ha concluso il Governatore Luca Ceriscioli – gli sfollati sono ancora 32mila. Un terzo del territorio è stato coinvolto dal sisma. Entro la fine dell’anno, contiamo di consegnare il 90% del fabbisogno di casette”.