Presentate oggi dal Commissario Farabollini anche alla Commissione Ambiente del Senato le proposte e le considerazioni propedeutiche all’attività di conversione del Decreto Legge 123 del 24 ottobre 2019 “Disposizioni urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici”.
“Abbiamo analizzato gli strumenti e l’operatività ad oggi messi campo per entrare nel merito di dinamiche complesse per il cui riassetto è stato e sarà essenziale l’intervento puntuale e congiunto del legislatore e del Commissario – dice Farabollini – Già lo scorso 5 novembre in Commissione Ambiente della Camera avevo sottolineato come il riscontro costruttivamente critico dello stato dell’arte sia stato una componente essenziale dei lavori non solo per comprendere le motivazioni che hanno portato alla stesura del decreto con la collaborazione della Struttura Commissariale, ma per indirizzare l’azione legislativa verso misure fondamentali ed urgenti per completare il percorso di adeguamento/ integrazione del DL 189/2019 che in questa XVIII legislatura è stato attuato”.
Farabollini si riferisce in particolare agli articoli 2, 3, 4 e 7 del decreto in conversione che toccano corde ancora parzialmente o interamente scoperte come:
- l’ammissione a contributo delle “murature portanti di elevato spessore” (a sacco, caratteristiche dell’appennino centrale, non erano state previste dal computo nel DL 189/2016) e la priorità della ricostruzione delle scuole da mantenersi, ove possibile, all’interno dei centri storici in quanto volano della microeconomia locale (art. 2);
- l’autocertificazione da parte dei professionisti (art. 3) che ha sollevato alcune perplessità ma che non è altro che la sistematizzazione di una procedura già esistente ai sensi del DPR 380/2001 (caldeggiata dai professionisti stessi);
- il completamento della rimozione delle macerie (art. 4);
- l’individuazione delle modalità di costituzione del fondo di rotazione necessario all’erogazione dell’anticipo del 50% delle parcelle professionali previsto dal DL 55/2018 (art. 7).
“Quanto di buono fatto fino ad ora da Governi e Parlamento, crediamo possa, con integrazioni minime ma sostanziali, mettere finalmente sul piatto tutte le carte necessarie a completare il gioco della ricostruzione più vasta, impegnativa e problematica degli ultimi 300 anni di storia italiana – sintetizza Farabollini – Le proposte scaturiscono anche dai numerosi incontri con i vari attori della ricostruzione e sono state con loro condivise (RPT, Comitati cittadini, Associazioni di categoria, Amministrazioni comunali, tecnici degli uffici Speciali Ricostruzione ecc.). Il Commissario, attraverso la declinazione delle norme in ordinanze può attivare percorsi e procedure che consentano una migliore applicazione dei dettami del decreto stesso. Si è lavorato e si continua a lavorare in questa direzione per addivenire a percorsi che facilitino i professionisti nella presentazione delle istanze e, conseguentemente, a predisporre procedure che consentano gli Uffici Speciali della ricostruzione ad avviare istruttorie adeguate e consone con le tempistiche richieste dal territorio”.
L’auspicio di Farabollini è che nel nuovo decreto trovino risposta anche criticità specifiche come:
l’acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica in sede di conferenza permanente (dove è prevista la presenza del Mibac) e la risoluzione della questione dei collabenti il cui ripristino attualmente non è previsto se non per quelli di interesse culturale.
“Riteniamo che con adeguata declinazione in ordinanza della norma primaria si possa far fronte alle criticità legate ai vuoti che generano instabilità indotta nei borghi dove gli edifici sono strettamente connessi; la problematica delle “grandi luci” che già è stata evidenziata nelle schede Aedes e che sia necessario dettagliare con ulteriori azioni gli interventi di ricostruzione delle scuole nei centri storici con riferimento alla definizione della destinazione d’uso in caso di delocalizzazione obbligatoria; l’applicazione dell’art. 97 del DL 50/2016 in merito all’aggiudicazione dei servizi tecnici al minor prezzo in quanto consentirebbe il riconoscimento della qualità dell’offerta ed il controllo sulle offerte anomale; l’estensione ai liberi professionisti della ricostruzione delle misure di rilancio economico come Resto al Sud (già attiva in Abruzzo ed ora estesa a Lazio, Marche e Umbria così da costituire un importante incentivo all’azione; la possibilità di individuare azioni mirate per i territori maggiormente colpiti e danneggiati, attraverso procedure snelle e comunque rispettose delle norme”.
Di seguito e nel dettaglio, lo sguardo sintetico, ma puntuale sullo stato dell’arte della ricostruzione e gli emendamenti proposti dalla struttura commissariale.
“Quanto dettagliato discusso ai tavoli tecnici impone che il Commissario continui ad attivarsi anche in questa sede perché possano trovare soluzioni questioni tecniche e socio-economiche che si interallacciano nella ricostruzione. Oltre alla possibilità di proporre emendamenti al DL 189/2016, è nelle possibilità del Commissario, attraverso le varie Ordinanze, attivare percorsi e procedure che consentano una migliore applicazione dei dettami del DL stesso. In questo senso si sta operando per addivenire a percorsi che facilitino i professionisti nella presentazione delle istanze e, conseguentemente, a predisporre procedure che consentano gli Uffici Speciali della ricostruzione ad avviare istruttorie adeguate e consone con le tempistiche richieste dal territorio”.